Diventare genitori comporta un grande cambiamento di vita non solo entusiasmante ma anche pieno di incognite e di problemi difficilmente prevedibili. È un passaggio delicato, che richiede un grande adattamento fisico ed emotivo.
Prima, durante e dopo la gravidanza, la donna deve confrontarsi con gli inevitabili e profondi cambiamenti nella vita e nella routine di tutti i giorni, in cui la cura del proprio bambino, i suoi comportamenti e il suo temperamento passano al primo posto.
Questo si intreccia spesso con diverse sfide, come:
- le limitazioni nel lavoro,
- rinunce nella carriera,
- l’adattamento al nuovo ruolo di madre,
- l’aumento della mole di lavoro,
- la diminuzione dei rapporti sociali,
- la mancanza di tempo da dedicare a sé stessi,
- la mancanza di un sostegno adeguato da parte del partner o della famiglia,
- le incomprensioni e i problemi di coppia
- e molto altro
Tutto questo richiede enormi capacità di resistenza fisica ed emotiva.
Riconoscere questa complessità è fondamentale per comprendere perché la depressione post parto non debba essere minimizzata o vissuta in solitudine.
La depressione con esordio nel postpartum è un disturbo psicologico molto frequente: circa 10-15 mamme su 100 vengono colpite da questa patologia nei primi mesi dopo il parto. È un dato che invita alla consapevolezza e alla possibilità di chiedere aiuto senza vergogna.
Parlare delle difficoltà è un primo passo utile per poter affrontare le piccole e grandi sfide che si incontrano e un confronto professionale può offrire sollievo e sopratutto chiarezza.
Il primo passo è riconoscere le cause e i sintomi
Le cause della depressione post parto (o depressione postpartum) sono probabilmente molteplici:
- una vulnerabilità genetica a sviluppare questo tipo di disturbo piuttosto che altri (quindi viene trasmessa geneticamente solo una predisposizione e non il disturbo vero e proprio),
- tratti di personalità,
- stili relazionali disfunzionali,
- eventi psicosociali non necessariamente negativi ma ai quali la persona fatica ad adattarsi (per es. la nascita del figlio, il matrimonio, un trasloco, una separazione, un trasferimento, problemi economici, cambiamenti di lavoro comprese le promozioni proprie o del partner, malattia o morte di una persona cara, ecc.),
- fattori fisiologici (cambiamenti ormonali, complicanze fisiche associate al parto, farmaci ecc.).
Questa combinazione di fattori rende la depressione post parto un disturbo complesso ma anche altamente trattabile, soprattutto con un intervento psicologico tempestivo.
I sintomi della depressione post parto sono spesso tenuti nascosti per motivi di vergogna, ma questo disturbo, se viene trascurato o sottovalutato, può avere effetti negativi su tutta la famiglia, rendendo difficile lo sviluppo di una buona relazione madre–bambino. Riconoscere il problema non è un segno di debolezza, ma un atto di cura verso se stesse e verso il proprio bambino.
È importante sottolineare la differenza tra depressione post parto e maternity blues (conosciuto anche come baby blues), che, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpisce il 70-80% delle puerpere e neo-mamme e consiste in una certa instabilità emotiva che colpisce la donna appena dopo il parto e nei giorni immediatamente successivi.
Non si tratta di uno stato patologico e non vi è necessità di un intervento terapeutico (farmacologico o psicoterapeutico), perché questo stato di disagio, dovuto ai repentini cambiamenti ormonali, tende a rientrare spontaneamente e senza conseguenze in tempi brevi (circa due settimane).
Nella depressione post parto, invece, si osservano molti sintomi nel lungo periodo, come ad esempio:
- umore depresso e/o irritabile,
- tristezza,
- crisi di pianto,
- sensazione di essere prive di valore,
- ansia o anche attacchi di panico,
- senso di colpa,
- preoccupazioni eccessive per la propria salute e per il bambino,
- mancanza di energie e sensazione di essere sfinite,
- perdita di interesse per attività prima considerate piacevoli (inclusa quella sessuale),
- disturbi dell’appetito,
- scarsa concentrazione,
- difficoltà decisionali,
- disturbi del sonno (per es. non riuscire a dormire nemmeno quando dorme il bambino),
- problemi di memoria,
- senso di disperazione “non ce la faccio più”
- o sensazione di inadeguatezza “non sono una brava mamma”
Quando questi segnali persistono, è importante non ignorarli e parlarne con un professionista può aiutare a valutarli insieme con maggiore serenità.
Un aiuto tempestivo è il miglior trattamento
Il trattamento prevede una prima fase in cui si danno informazioni sul disturbo (caratteristiche, cause, conseguenze); è molto utile che le donne comprendano che la depressione post parto è un disturbo comune e che non è segno di incapacità o fallimento come madre.
In questa fase iniziale, si lavora su ciò che è più urgente e concreto, creando uno spazio sicuro in cui sentirsi accolte e non giudicate.
Viene fornito sostegno psicologico per aiutare la donna ad esprimere i suoi problemi ed a riflettervi in modo razionale nell’ambito di una relazione empatica e collaborativa.
Inizialmente, paziente e terapeuta focalizzeranno principalmente l’attenzione sugli aspetti comportamentali (cosa fare e come) per migliorare il tono dell’umore in modo tale da poter poi utilizzare le tecniche cognitive, che richiedono una consapevolezza difficilmente riscontrabile agli inizi della terapia, in modo proficuo. Nella fase comportamentale vengono apprese delle tecniche per aumentare la capacità di affrontare i problemi e gestire lo stress.
La terapia cognitiva ha come obiettivo quello di individuare e rimpiazzare i pensieri disfunzionali con pensieri più realistici, sostenendo la donna nel recupero del proprio benessere psicologico e della propria energia.
Se senti il bisogno di parlarne, puoi chiedermi maggiori informazioni in qualsiasi momento.





